O proletari che braccio e pensieroai rei tiranni de l’oro vendestesorgete in armi pe’l giusto, pe’l veroe sollevate le impavide teste.Il vecchio mondo già crolla e ruinae a l’orizzonte s’affaccia l’aurorao idea ribelle cammina camminain armi su miserabili è l’ora !…Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàNoi poggi e piani coi lunghi sudoridi bionde messi rendiamo fecondinoi per il ventre d’ingordi signorici logoriamo scherniti errabondiNoi fabbricammo i fastosi palagie avemmo a pena soffitte e tuguril’ozio dei ricchi ebbe giubilo ed aginoi onta e inopia dei mesti abituriSu le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàMa troppo amara signori divennela rea bevanda e ci abbrucia la boccaè colmo il calice l’ora è solennee la misura del pianto traboccaAll’armi, all’armi, fatidici araldie distruggiam questa esosa oppressioneavanti, o forti manipoli, o baldilavoratori a la gran ribellione !…Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàSe ognora fummo pazienti e cortesisotto ogni vostra spietata minacciapadroni onesti, pasciuti borghesivenite innanzi e guardiamoci in facciaÈ tanto tempo che oppressi sfruttatimesti ingozzammo i dolori e le penema ormai vedete ci siamo contatisiam forti e molti e spezziam le catene.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàLe vostre dame di porpora e d’orol’opera nostra solerte ha vestitoper voi creammo con rude lavorovasi e cristalli lucenti al convitoMa sotto il vento glaciale del vernole nostre donne son lacere e gramemartiri vive dannate a l’infernotreman di freddo, sussultan di fame.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàNoi valicammo gli immensi oceanisfidando l’ira di mille tempestee a voi recando dai lidi lontanigingilli e stoffe di gemme contesteE intanto voi con minacce e promessefiglie e sorelle ci avete stupratoe noi codardi con schiene dimessedovizie offrimmo a chi ’l pan ci ha rubato.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàQuando sorelle saran le nazionie gli odi antichi travolti e distruttiuna famiglia di saggi e di buonigodrà in comune il prodotto di tuttiNon più chi oziando s’impingui e divoripresso chi stenta fatica e produceper tutti il pane il lavoro gli amorinon più tenebra ma scienza, ma luce.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàNon più padroni né servi ma destrefraternamente tra uguali distesema idee d’amore d’alte opre maestrema menti sol d’umanesimo acceseE passerà su la libera terraun soffio puro di calma e di vitanon più l’atroce canzone di guerrama gioia immensa ma pace infinita.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertàE solo allor tra le splendide e pureaure del giovine secol giocondoal nostro piè getteremo la scureper contemplare il tripudio del mondoE con la fiaccola in alto cantandol’inno intonato del giorno de le iretra gli splendori del dì memorandosaluteremo il lucente avvenire.Su le fronti e in alto i cuorie inneggiamo a l’uguaglianzaa la umana fratellanzae a la santa libertà
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Inno dei lavoratori
Gori, Pietro
Noto anche come « Canto di Guerra ». Testo di Pietro Gori (1892). Su aria de « La Marsigliese ».
Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 114-116 (& mus.)