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Inno antifascista

Perrini, P.


Testo di P.oco P.oeta [P. Perrini] (1924). Su aria de “Il Commiato” di G. Blanc.


Il fascista disonora
quel secolo ventesimo
che voleva ogni dimora
“centro uman di civiltà” !
Con l’istinto de’ sciacalli,
assetato come belva,
sia sui monti o nelle valli,
terrorizza ogni città !
Egli canta ; “Giovinezza,
primavera di bellezza” :
non avverte che schifezza
fa in seno all’umanità !
 
Il fascista è tra i venduti
il più cinico e bestiale ;
al servizio degli astuti
è contro idee e dignità
Ha cervello e non ragiona ;
usa sol la forza bruta,
contro gente mite et buona
che lotta per la libertà !
Questo vile delinquente,
rinnegato, non risente ;
fa vergogna fra la gente
che vuol la vera civiltà !
 
Il fascista è assassino,
sanguinario più de’ lupi,
priva ogni cittadino
di qualunque libertà !
De “eroe vigliaccone”
marcia dieci contro uno ;
per salvare il padrone
brucerebbe la città !
Bombe a mano, manganello,
purga questo, spara quello,
(meno i preti e Gennariello)
sempre al grido di “Alalà !”
 
Il fascista fa da boia,
sa spogliarti degli avrei,
pur che godino i Savoia,
non riflette a quel che fà !
Ti sopprime la famiglia,
terrorizza vecchi e bimbi,
ti violenta sposa e figlia
con selvaggia autorità.
Distruttore, incendiario
d’ogni bene proletario ;
sanguisuga dell’erario,
sparge l’odio ovunque va !
 
Il fascista com’un mostro
donne e maschi ha stuprato ;
olio di ricino, inchiostro,
per dileggio a ber ti dà !
Occhi e denti ha strappato,
seppellito ha in prigione
quel che pria ha torturato
e braccheggiato quà e là !
O bassezza ! Nefandezza !
Insensata “Giovinezza !”
Il fascista è l’immondezza
di questa nostra civiltà !

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 213 (& mus.)