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Il Canto della vendetta

Crivello, C.


Testo di C. Crivello (<1900). Su aria de “L’Inno dei lavoratori”.


1
Non soltanto il dolce Maggio
di vendetta ardor ci dia,
se ogni giorno ci fa oltraggio
la dannata borghesia.
 
Ma ogni giorno agli infelici
armi il braccio e infiammi il cor
Sia nel sangue dei nemici
spento dunque ogni dolor
 
(ritornello)
Chi ci strinse le catene
ed insulti ci lanciò
sconti al fin tra mille pene
il soffrir cui ci dannò
 
2
In noi, plebi denutrite,
gli odi antichi non son spenti.
Un’idea ci tiene unite :
la vendetta de le genti.
 
L’oppressor che tanti mali
infligge all’umanità,
chieda ai vindici pugnali
la vendetta qual sarà.
 
ritornello
 
3
Condannati alla fatica
noi sperammo nel dimane ;
ma una gente a noi nemica
ci rubò finanche il pane.
 
L’opre nostre furon molte,
molti gli ozi dei signor ;
ma le gioie hanno raccolte,
raccogliemmo noi dolor.
 
ritornello
 
4
Troppo noi abbiam patito
tra gli stenti e lo squallore
e il cor nostro fu nutrito
sempre d’odio e mai d’amore.
 
Ma dal cor prorompe forte
l’odio e ci arma alfin la man.
Quei che miser gli altri a morte
alla fin la morte avran.
 
ritornello
 
5
Plebi,, all’armi ! ed abbian guerra
tutti i perfidi oppressori.
Plebi, all’armi ! Su la terra
non vogliam dominatori.
 
Chi di noi, popol gramo,
il martirio degustò,
or che alfin ci vendichiam
ci disarmi se lo può.
 
ritornello

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 100 (& mus.)