Perchè quella fronte - chinate che alterasfidava gli eventi - sprezzava il dolo ?È meglio, compagni, - morire in galerache oppressi prostrarci - dinanzi al signor.È fiacco la propria - sventura chi piange ;chi supplice invoca - del ricco pietàla propria bandiera - chi piega, chi frangeun libero core - nel petto non ha.Ah, no : che nessuno - di noi si lamenti,non crucci se stesso - con vani sospir ;mostriam che da forti - sappiam de’ gaudentile ingiuste sevizie - portare e soffrir.Coraggio, compagni, - che il giorno fataledell’ira repressa - la plebe non è ;estrae da’ suoi cenci - la plebe il pugnale,la plebe sfruttata - dai ricchi e dai re.Dall’umide tane - dagli antri fetentirisuona la squilla - che invita a pugnar ;son dieci, son centro - son mille i pezzentiche levano in alto - brandito l’acciar.Coraggio, compagni, - che il dì della gioiadel grande riscatto - non è più lontan :nel sangue dei vili - sicari, del boiapotremo in quel giorno ) lavarci la man !Coraggio, coraggio ! - l’allegra canzonenovelle speranze - ci susciti in cor…È meglio, si è meglio - morire in prigioneche oppressi prostrarci - dinanzi ai signor !
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Canzone del prigioniero socialista ai compagni di sventura
Monticelli, Carlo
Testo di Carlo Monticelli (1879). Musica non conosciuta.
Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 47