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Il Canto della prigione

Gori, Pietro


Testo di Pietro Gori (1890). Su aria tradizionale toscana.


Quando muore triste il giorno,
e ne l’ombra è la prigione
de’ reietti e de’ perduti
intuoniamo la canzone.
 
La canzone maledetta
che ne’ fieri petti rugge,
affocata da la rabbia
che c’infiamma e che ci strugge.
 
La canzon che di bestemmie
e di lacrime è contesta ;
la canzone disperata
de l’uman dolore è questa.
 
Noi nascemmo e fanciullini
per il pane abbiam lottato,
senza gioia di sorrisi
sotto un tetto sconsolato.
 
Noi soffrimmo, e niun ci volse
un conforto, o porse aita
niuno il cor ci ritemprava
a le pugne de la vita.
 
Noi cademmo, e giù sospinti
rotolammo per la china,
supplicammo, e de li sdegni
ci travolse la ruina.
 
Or, crucciosi e senza speme
qui da tutti abbandonati,
maledetto abbiamo l’ora
ed il giorno in cui siam nati.
 
Ma su voi, che luce e pane
a noi miseri negaste,
e caduti sotto il peso
de la croce c’insultaste ;
 
Sopra voi di questo canto
che ne l’aura morta trema,
come strale di vendetta
si rovescia l’anatema.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 65 (& mus.) :

Il canto è ripreso dalle opere di Pietro Gori, che ne ha scritto i versi nel penitenziario di S.Giorgio il 20 settembre 1890. È lo stesso Gori che ci fornisce alcune note :

Coteste strofe mi furono suggerite da una serie di stornelli improvvisati, sul far di una sera, da un recluso, e dei quali giungeanmi le imprecazioni roventi sulle cadenze strascicate di una melodia popolare volgarissima, che avevo tante volte udita per le vie e sulle piazze delle città di Toscana. Il triste cantore era stato condannato, pochi dì innanzi, all’ergastolo per omicidio premeditato."

Con buona probabilità la melodia utilizzata dal carcerato citato da Pietro Gori è la stessa del tradizionale stornello toscano Bolli, bolli pentolino, una ninna nanna presa spesso a modello per canzoni scurrili. Sotto tale veste melodica il brano è stato ascoltato negli anni settanta dalla voce di Silvano Secchiari, e in tale veste è inserito nel repertorio di S. Catanuto.

Il penitenziario di S.Giorgio, a sistema cellulare con l’obbligo del lavoro, raccoglie diverse centinaia di detenuti e il lavoro riguarda prevalentemente i tessuti.

In : S. Catanuto, F. Schirone. - Il canto Anarchico in Italia. - Milano : Zero in condotta, 2009.

https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-della-prigione (& audio)