Quello che si avanza è uno strano soldatoviene dall’Oriente e non monta il destrierole mani callose e il viso abbronzatoè il più forte strano guerriero.Non ha pennacchi o galloni doratima una fede scolpita nel cuoreporta la falce e il martello incrociatisono gli emblemi del lavoro.E’ il partigianoche porta i calli alla manonella limpida riscossala nuova umanità.Accore sotto la nera bandieratutta la folla dei lavoratoririmbomba il passo delle immense schieresopra la tomba del mondo che muore.Cercano invano risorgere i mortitanto che vale lottare col destinomarciano al sole più ardenti e più fortile armate dell’Anarchia.E’ il partigianoche porta i calli alla manonella limpida riscossala nuova umanità.Giacque vilmente la plebe in catenesotto il tallone del ricco signoredopo millenni di strazi, di penel’asino alfine si cambia in leone.Sbrana furente il succhion coronatospoglia il nababbo dell’or che rubòdando pel pane il lavoro forzatoa chi mai non lavorò.E’ il partigianoche porta i calli alla manonella limpida riscossala nuova umanità.Quando la notte la plebe riposanelle campagne e nell’ampia cittàpiù non la turba la tema paurosadel suo vampiro che la sveneràma sempre vegli devoto e tremendoil partigiano alla sua libertà :la tirannia cancrenosa ed orrendamai più ritornerà.E’ il partigianoche porta i calli alla manonella limpida riscossala nuova umanità.
Accueil > Chansons > È il partigiano
È il partigiano
Testo — “La Guardia rossa” — di Raffaele Mario Offidani "Spartacus Picenus" (1919), versione anarchica (1939) dalle memorie di Agostino Raimo (1906-1996).
Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 240-241 (& mus.)