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È il partigiano


Testo — “La Guardia rossa” — di Raffaele Mario Offidani "Spartacus Picenus" (1919), versione anarchica (1939) dalle memorie di Agostino Raimo (1906-1996).


Quello che si avanza è uno strano soldato
viene dall’Oriente e non monta il destriero
le mani callose e il viso abbronzato
è il più forte strano guerriero.
Non ha pennacchi o galloni dorati
ma una fede scolpita nel cuore
porta la falce e il martello incrociati
sono gli emblemi del lavoro.
 
E’ il partigiano
che porta i calli alla mano
nella limpida riscossa
la nuova umanità.
 
Accore sotto la nera bandiera
tutta la folla dei lavoratori
rimbomba il passo delle immense schiere
sopra la tomba del mondo che muore.
Cercano invano risorgere i morti
tanto che vale lottare col destino
marciano al sole più ardenti e più forti
le armate dell’Anarchia.
 
E’ il partigiano
che porta i calli alla mano
nella limpida riscossa
la nuova umanità.
 
Giacque vilmente la plebe in catene
sotto il tallone del ricco signore
dopo millenni di strazi, di pene
l’asino alfine si cambia in leone.
Sbrana furente il succhion coronato
spoglia il nababbo dell’or che rubò
dando pel pane il lavoro forzato
a chi mai non lavorò.
 
E’ il partigiano
che porta i calli alla mano
nella limpida riscossa
la nuova umanità.
 
Quando la notte la plebe riposa
nelle campagne e nell’ampia città
più non la turba la tema paurosa
del suo vampiro che la svenerà
ma sempre vegli devoto e tremendo
il partigiano alla sua libertà :
la tirannia cancrenosa ed orrenda
mai più ritornerà.
 
E’ il partigiano
che porta i calli alla mano
nella limpida riscossa
la nuova umanità.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 240-241 (& mus.)