Accueil > Chansons > Sacco e Vanzetti

Sacco e Vanzetti

anonyme


Testo di anonimo (1927). Sull’aria di “Dio del cielo se fossi una colomba”.


Tutto è finito, la morte è ormai decisa
già il giorno e l’ora della pena è stabilito,
a nulla valsero preghiere e pianti
dal mondo intero per i due emigranti.
 
Eran d’Italia Vanzetti il piemontese,
pugliese Sacco con figli e la consorte ;
vollero andare in quel gran paese
per lavorare, ma ne ebbero la morte.
 
Sacco et Vanzetti due liberi pensatori,
pieni de vita e del lavoro amanti,
d’idee avanzate, dai lavoratori
di tutto il mondo lor furono rimpianti.
 
Qual gran delitto li fece imprigionare
e condannare col massimo rigore ?
Un dubbio solo, tal da ingannare
la stessa legge e dei giudici il valore.
 
Per ben sett’anni quei freddi americani
li han tenuti tra, incerta morte e vita,
perchè sul fallo degli italiani
la lor dubbiezza rimase indefinita.
 
Il povero Sacco scrivendo alla consorte diceva :
“Oh cara ! Ricordati la mia sorte.
Addio per sempre diletta cara,
muoio innocente sotto un’accusa amara.
 
Prima di andare su quell’orribil sedia
fa che i bambini baciare ancor io possa.
La mia condanna a loro non dire,
che per mia morte non debbano soffrire.
 
Voi bimbi cari che ognor rammenterete
lo strazio immenso del vostro papà amato
frenate il pianto, chè un dì avrete
da giudicare chi mal ha giudicata”.
 
Così tu pure sorella di Vanzetti
che inutilmente facesti cotanti passi
i tuoi gran pianti a stridor dei denti
trovaron cuori più duri assai dei sassi.
 
Sii calma e pensa che il nostro Papà ancore
inutilmente pregò quelle alme dure.
Ma non temere, che verrà l’ora
che pagheranno le orribili torture.
 
Eran d’Italia Vanzetti piemontese,
pugliese Sacco coi fogli et la consorte,
vollero andare in quel gran paese
per lavorare, ma n’ebbero la morte.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 220-222 (& mus.)