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Il Marcio reale

Perrini, P.


Testo di P.oco P.oeta [P. Perrini] (1924). Su aria della “Marcia Reale”.


Abbasso il re
et la sua signora !
Espropriamo
la real dimore,
 
perché covi d’istrioni,
furfanti,
ladri, lacchè e furboni !
 
Noi sgobboni,
(solo buoni a chiacchierar)
de minchioni
li sappiamo sopportar !
 
Insorgiam !
(per bis)
Abbasso il re
e la sua signora !
Espropriamo
la real dimora !
 
Dame, princi, principesse,
baroni,
conti, duchi e duchesse ;
 
chi satollo,
se la gode nel far il mal,
per il collo
sia appeso ad un fanal !
 
Insorgiam !
 
Sì ! La schiavitù deve finire,
capite ?
E’ scoccata l’ora per agire.
Udite :
 
Se i tiranni uniti
noi lasciamo a complottar,
per noi denutriti
non c’è nulla da sperar !
 
Non ’è nulla da sperar !
Non ’è nulla da sperar !
 
Colle armi sian fugati
i ministri e i senator ;
deputati, preti e frati
che ci stanno a ingannar !
 
(per bis)
Non seguiamo i lor consigli,
non facciamoci derubar ;
incitiamo i nostri figli,
a saperli ben mirar !
 
Nè ce frenino i palpiti del cuore
(di pietà per il tiranno che muore) !
 
I palazzi ed il castelli ;
le tenute, i monti, il mar
tutto ciò che godon “quelli”
è nostro e a noi deve tornar.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 215 (& mus.)