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La Banda dello zoppo

Righi, A.


Testo di A. Righi (racconto rimato sull’evasione) (1924). Sul’aria del “Caserio”.


Se ad ascoltarmi state, o mie persone,
d’un’evasione audace ora vi canto,
che avenne dalle più forte prigione
e che stupore n’ha destato tanto.
Scarselli Oscar, Parenti e Urbani ancor
di questa ardita fuga furon gli esecutor.
Per furti ed omicidi già imputati
aspettavano il giorno del processo
dagli altri detenuti segregati,
soltanto fra di lor facean congresso
e piano piano con grande sicurtà
combinarono il modo pe’ uscire in libertà.
Con i lenzuoli dei loro lettini
la fecero una fune attorcigliata,
in cima ci legaron degli uncini
e segano le sbarre all’inferriata.
E quando tutto è pronto per scappar
nei letti tre fantocci vanno ad accomodar.
Quando la notte buia è già calata
e resa dalla nebbia più profonda
passan dalla finestra spalancata
e saltan sul cammino della ronda
poi sopra al muro riescono a arrampicar
quindici metri in lato si vengono a trovar.
Allor la corda ch’è già preparata
adattan sopra il muro della cinta :
ad uno ad uno inizian la calata
poi un breve salto e la partita è vinta.
E lestamente si dettero a fuggir
cercando che nessuno li potesse scoprir.
Or da più gironi la giustizia è in moto
per rintracciare questi fuggitivi
e spera di non lavorare a vuoto
e dipoterli avere morti o vivi.
E se li prende, questa volta davver
passeranno in prigione tutta la vita inter.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 214 (& mus.)