Il Canto dei gladiatori

1.

La Diana dell’era novella

Ci richiama alla mischia finale ;

O ribelli, il dominio del male

Oggi infranto per sempre sarà.

 

Spartaco torna colla vittoria

E Gracco annunzia la nuova storia :

Su scettri ineenzi e altari infranti,

O Gladiatori, avanti ! avanti !

 

Insorgi, o proletario,

Rompi le tue catene,

Conquista ogn’alto

bene Dall’Officina al suol.

 

2.

L’alma idea che a Spartaco apparve

Spinge in campo indomati i suoi figli,

Li rinfranca nei duri perigli

Tra i baleni e i pugnaci destrier.

 

Della riscossa sonata è l’ora :

Schiavi, reietti venite fuora

A sterminare lupi e sciacalli,

Che fiutan prede dai loro stalli,

 

Insorgi, o proletario. ecc, ecc.

 

3.

Gladiatori, chiamate a raccolta

Tutti i vinti, gli oppressi, i villani ;

Date al fuoco gli ergastoli Umani.

Le caserme e ogni turpe covil.

 

Cadon gl’imperi, crollano i troni.

Volgono in fuga l’irte legioni ;

La fiamma guizza rossa e vorace :

Plebe trionfa, leva la face.

 

Insorgi, o proletario. ecc, ecc.

 

4.

Dove sono le truci coorti ?

Dove sono i lomisti e i pretori ?

Dove i consoli in mezzo ai littori,

Condottieri di guerra farai ?

 

Finché una sola belva rimane,

Pronta a sbranare le carni amane,

Non deponete l’armi, o compagni,

Avanti sempre contra i grifagni.

 

Insorgi, o proletario. ecc, ecc.

 

5.

Sarà vita del mondo il lavoro,

La ricerca perenne del vero

Sarà guida e l’alato pensiero ;

Sarà l’arma del genere uman.

 

Del privilegio le triste rocche,

Del nobil sangue le cime sciocche,

Le patrie glorie, gl’invidi onori

Mandate all’orco, lavoratori.

 

Insorgi, o proletario. ecc, ecc.

 

6.

Non più ceppi, non ferri, non gioghi,

Non mercati di banchi, non leggi ;

Dalla terra scompaiano i greggi,

Che il potere dannò a servitù.

 

Un sol destino gravi su tutti,

E renda uguali le feste e i lutti ;

Regga ed avvivi la nuova età

Sola sovrana la Libertà.

 

Insorgi, o proletario. ecc, ecc.