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Il Soldato Masetti

anonyme


Testo di anonimo (1911).


Nella cella del numero nove
lì fu posto il soldato Masetti,
ben serrato tra toppe e paletti,
ed angoscioso si mise a pensar.
 
“Fermi, fermi” el dice il guardiano
- e ci ha in testa una larga ferita -
« tu sarai messo in una cella imbottita
ma se continui a straziarti così.
 
Ma dimmi, dimmi che cosa facesti,
perché attenti a spaccarti il cervello ?”
“Io ho sparato sul mio colonnello,
non s se vive o se morirà.
 
Buon guardiano, ti prego, ti prego,
quando è l’ora e tu lasci il servizio,
ma deh, consolami col tuo sagrifizio
ed impostami un biglietto così :
 
ma gli è sopra gli è scritto un perdono
a mia madre, a mia moglie, ai miei figli ;
madre, riabbraccia e ancora mio padre,
lor non son più padroni di me.
 
Io potessi morire all’istante,
se la morte a me mi fosse concessa ;
non vorrei trovarmi al processo
e condannato alla fucilazion”.

Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 183

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