Del fosco fin di secolo morentesull’orizzonte cupo e sconfortatospunta l’aurora minicciosamentedel dì fatato.Urla d’odio la fame et di doloreda mille e mille fauci inviperitee tuona col suo schianto redentorela dinamite.Guizzan per l’aria i lampi furibondidel dì dell’ira a scuotere i vigliacchi,e voi tremate, o parassiti immondibrago di ciacchi.Siam pronti e dal selciato d’ogni viaspettri macabri nel momento estremo,sul labbro il nome santo d’Anarchia,irromperemo.E pallidi fantasmi segalignidinanzi a voi convulsi ci vedretedel vostre sangue di vampir maligniarsi di sete.Sarem spietati e degli infami archividi ministeri e banche e tribunalisfavilleran le carte in tutti i triviroghi infernali.E per te, Pallas, salma vendicata,là, nel fragor dell’epico rimbombo,compenseremo sulla barricatapiombo col piombo.
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Dies irae
Molinari, Luigi
Testo di Luigi Molinari (1893). Musica di anonimo.
Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 86 (& mus.)