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Marcia dei Lavoratori

Gori, Pietro


Testo di Pietro Gori (1908). Musica non conosciuta.


Questo suono, questo rombo — che son mai ? Ch’è mai che s’ode ?
come vento in cupe valli — se minaccia la bufera,
come murmure d’oceano — fosco in notte di paura ?
Popolo è che avanza e va !
Onde vengono ? ove vanno ? — Chi son questi onde parlate ?
In qual luogo essi dimorano — tra l’abisso e il ciel stellato ?
Li possiamo avere a prezzo, — saran ligi ad un padrone ?
Più da presso il rombo è già.
 
Udite : il tuono brontola.
Ecco il sol : l’ire cadono ;
la speme in fronte e il giubilo,
la schiera avanza e va.
 
Da’ tormenti vengon : vanno - verso il gaudio e la salute ;
patria a lor è il mondo ovunque — sulla terra hanno dimora.
A tuo pro, comprarli o venderli ? — prova dunque quanto costa,
perchè il tempo avanza e va.
Le tue case, le tue vesti — essi fan, ti danno il pane ;
ciò ch’è sterile fecondo — fanno, dolce ciò ch’è amaro ;
per te le tutto oggi e ne’ secoli. — Quale premio è lor toccato ?
E or la schiera presso sta.
 
Udite : il tuono brontola…
 
Per sì lunghi anni stentarono — essi pronti e sordi e ciechi ;
immunato il loro affanno — senza pur raggio di speme ;
ora alfin son erti e sentono — e il lor grido va col vento,
e il lor piede avanza e va.
O voi, ricchi, udite trepidi — che già il rombo è chiaro accento :
“Per morir, per voi stentammo ; — or mutata è la tenzone ;
noi siam uomini e pugnamo — per il mondo e per la vita !”
E la schiera avanza e va.
 
Udite : il tuono brontola…
 
“Guerra è dunque ? E noi dovremo — perir come legna in fuoco ?
Pace ? E allor con noi ! La speme — nostra sia la vostra brama.
Su con noi ! La vita innovasi ; — nè più il mondo irto è di triboli
e la speme in alto sta.”
Procediamo, o del lavoro — figli ! il rombo che si sente
è suon roco di battaglie — e vittorie a noi vicine :
chè d’ogni uomo è la speranza — il vessil che noi portiamo.
 
Udite : il tuono brontola…

Voir : Catanuto, Santo ; Schirone, Franco. Il Canto anarchico in Italia nell’Ottocento et nel Novecento (2009), p. 168.